Se, a parallelo avvenuto, si suppone che l'alternatore G2
acquisti velocità superiore a quella di sincronismo, si
ha che per qualche istante il vettore E02 anticipa
dell'angolo d rispetto alla
. Osservando il diagramma (disegnato ricordando
che nel circuito costituito dal parallelo tra le due macchine
le rispettive tensioni sono in opposizione tra di loro) si nota
che dalla composizione della
e della
nascerà una tensione risultante
che farà circolare la corrente
nel circuito delle due macchine. Tale
corrente è sfasata di circa 90° in ritardo
rispetto alla
essendo XS >>
R0 (normalmente la reattanza sincrona
è 20 ÷ 30 volte la resistenza Ohmica), perciò
risulta quasi in fase con
e sfasata oltre 90° rispetto
.
Ciò significa che l'alternatore G2 eroga
potenza elettrica e perciò manifesta una coppia elettromagnetica
frenante mentre l'alternatore G1 assorbe potenza
elettrica e perciò manifesta una coppia elettromagnetica
motrice. Le due azioni ripristinano nelle macchine accoppiate
elettricamente quella identità di velocità angolare,
quel sincronismo, che sarebbe impossibile ottenere agendo sui
regolatori delle turbine (è come se il parallelo elettrico
accoppiasse i due rotori mediante un giunto).
La stabilità del parallelo è quindi dovuta al fatto che XS >> R0 , se fosse l'opposto sarebbe
in fase con
e, praticamente, in quadratura sia con
che con
e non si genererebbe alcuna coppia
sincronizzante indispensabile alla marcia in parallelo degli alternatori.
Di due alternatori marcianti in sincronismo si suole dire che
marciano al passo.
Macchine sincrone
Programma per la classe quinta
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