Gli effetti magnetici della reazione d'indotto provocata dalla corrente che fluisce negli avvolgimenti di statore possono essere assimilati a quelli di una vera e propria forza magnetomotrice FI [As] proporzionale alla corrente d'indotto che si somma (nel caso di corrente in quadratura in anticipo sulla f.e.m., effetto sovramagnetizzante) o si sottrae (nel caso di corrente in quadratura in ritardo sulla f.e.m., effetto smagnetizzante) alla forza magnetomotrice a vuoto F0 [As] dovuta al solo sistema induttore. Invece, nel caso di corrente nell'indotto in fase con la f.e.m., la FI agisce in direzione trasversale rispetto alla forza magnetomotrice a vuoto F0.
La f.m.m. di reazione FI è
proporzionale alla corrente d'indotto (secondo un coefficiente
detto di Poitier che dipende dalla struttura magnetica
della macchina e dal tipo di avvolgimento) e, nell'ipotesi di
mezzo lineare (ovvero di nucleo lontano dalla saturazione), i
flussi FI e F0
[Wb] prodotti dalle f.m.m. FI
e F0 sono proporzionali alle f.m.m.
stesse. In definitiva si può affermare che FI
e F0 sono proporzionali
rispettivamente alle correnti I d'indotto ed Ie
[A] di eccitazione.
Osservazione: i flussi dei quali abbiamo finora parlato
sono da intendersi flussi per polo e, quindi, costanti
nel tempo. I flussi che si concatenano con ciascuna fase
dell'indotto sono invece flussi variabili sinusoidalmente nel
tempo (purché sia costante la velocità di rotazione
dell'induttore e l'induzione abbia una distribuzione sinusoidale
nel traferro) e, quindi, si possono rappresentare sul piano di
Gauss come tutte le altre grandezze sinusoidali nel tempo. Nel
seguito, per non appesantire il simbolismo, non faremo distinzione
tra i due tipi di flusso anche se la differenza è da tenere
presente.
Il flusso sinusoidale complessivo che si concatena con ciascuna fase d'indotto risulterà quindi dalla somma vettoriale .
La f.e.m. generata a carico negli avvolgimenti d'indotto della
macchina risulta dalla relazione E = KA·F·f·N
[V], ove F è ovviamente
il flusso per polo a carico, mentre la f.e.m. generata dalla reazione
d'indotto vale EI = KA·FI·f·N
[V], ove FI
è il flusso di reazione d'indotto. In termini vettoriali
si può anche affermare che la f.e.m. a carico
risulta dalla composizione vettoriale delle f.e.m. prodotte separatamente
dal flusso a vuoto e dal flusso di reazione secondo la relazione
con le f.e.m. in ritardo di 90°
sui rispettivi flussi ed i flussi in fase con le rispettive correnti
(purché si trascurino le perdite nel ferro).
La figura sottostante mostra i diagrammi vettoriali relativi ai flussi concatenati, alle f.e.m. ed alle correnti nei tre casi di corrente d'indotto in fase, in quadratura in ritardo, in quadratura in anticipo rispetto alla f.e.m. a vuoto:
Si nota come, nel caso Ohmico la f.e.m. a carico E risulta
essere in ritardo di un certo angolo rispetto alla f.e.m. a vuoto
E0. Inoltre, sempre nel caso Ohmico, le varie
condizioni semplificative fatte portano ad una contraddizione
tra quanto mostra il diagramma e quanto accade nella macchina:
sul diagramma sembrerebbe E leggermente maggiore di
E0 , mentre in realtà è vero l'opposto.
Si osserva come la f.e.m. di reazione d'indotto EI risulta d'ampiezza proporzionale alla corrente d'indotto I ed in ritardo di 90° sulla stessa. La EI ha dunque con la I una relazione d'ampiezza e fase del tipo con [W].
Tenendo conto del fatto che , la XI
può essere intesa come una reattanza induttiva
e prende il nome di reattanza fittizia di reazione d'indotto.
Tale reattanza fittizia deve essere immaginata in serie al generatore
ideale di f.e.m. sinusoidale E0.
Rimane poi da tenere conto della resistenza Ohmica di ciascuna
fase d'indotto R0 [W]
e dei fenomeni d'autoinduzione causati dal flusso costituito dalla
parte di campo magnetico generato dalla corrente d'indotto e disperso,
quindi andrà considerata la reattanza di dispersione
d'indotto XD [W].
In definitiva, il comportamento dell'alternatore potrà essere descritto attraverso il modello riassunto dal seguente circuito equivalente di Behn-Eschemburg (riferito ad una sola fase ed immaginando a stella il collegamento dell'indotto):
Lo schema impiegato è quello di destra nel quale la reattanza fittizia di reazione d'indotto e la reattanza di dispersione sono riassunte in un'unica reattanza XS = XI + XD che prende il nome di reattanza sincrona (questo perché, limitando lo studio al modello di B.E., risulta possibile determinare sperimentalmente XS ma non XI e XD). Si da poi il nome di impedenza sincrona a [W].
Macchine sincrone
Programma per la classe quinta
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