Per realizzare le volute condizioni di carico della macchina esistono
tre metodi :
1) Metodo del carico effettivo : è il metodo concettualmente più semplice. Consiste nel dissipare interamente la potenza erogata dalla macchina e cioè se la macchina in prova è un motore, lo si accoppia ad un freno di adeguata potenza fino a fargli erogare la potenza meccanica nominale; se la macchina in prova è un trasformatore od un generatore, si collegano i morsetti d'uscita ad un carico costituito da un reostato regolabile di adeguata potenza. Questo sistema presenta il doppio inconveniente di richiedere per le macchine molto potenti adeguati carichi, non sempre disponibili in laboratorio, e di dissipare una notevole energia (si pensi alla notevole durata delle prove di riscaldamento).
2) Metodo a circolazione d'energia : si basa sul principio di accoppiare opportunamente la macchina in prova con una che effettua la trasformazione inversa, in modo tale che il gruppo preleva potenza dalla rete di alimentazione con una delle due macchine e la restituisce con l'altra a meno delle perdite complessive.
3) Metodo delle prove equivalenti : si basa sul seguente principio : se si fa funzionare la macchina alternativamente a vuoto ed in cortocircuito, la potenza assorbita viene dissipata prevalentemente nel ferro a vuoto e nel rame in cortocircuito. La potenza assorbita in entrambe le prove deve essere pari alla potenza dissipata in funzionamento normale nel ferro e nel rame (responsabile del riscaldamento della macchina): dopo un tempo adeguato, la macchina assumerà una temperatura media prossima a quella di normale funzionamento.
Macchine asincrone
Programma per la classe quinta
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