Esercizio N° 6
(motore accoppiato ad una dinamo)
Si tratta della seconda prova scritta
dell’esame di Stato dell’anno 2005.
Una
macchina in corrente
continua, funzionante da
dinamo con eccitazione
indipendente, viene
mantenuta in rotazione
da un motore
asincrono trifase a 4
poli e con
gli avvolgimenti statorici collegati a stella.
Sul motore, avente le seguenti
caratteristiche:
tensione nominale = 380 V, corrente
nominale = 22 A, rapporto di trasformazione = 1,3,
sono state eseguite 2 prove a vuoto, con
tensioni di alimentazione diverse, che hanno dato i seguenti risultati:
V1 = 380 V, potenza assorbita = 590 W, cosjo1= 0,21;
V2 = 340 V, potenza
assorbita = 525 W, corrente assorbita = 3,88 A;
mentre la resistenza misurata tra 2
morsetti statorici vale 0,28 ohm.
Il
candidato, fatte eventuali
ipotesi aggiuntive, calcoli
separatamente le perdite
nel ferro e
quelle meccaniche.
Considerando che il
motore lavora a
pieno carico con
un rendimento dell’ 89%
determini:
- la corrente nelle fasi del rotore;
- la velocità di rotazione e la
resistenza delle fasi del rotore;
- la potenza meccanica trasmessa;
- la coppia meccanica e quella di
attrito;
- la tensione, la corrente erogata dalla
dinamo e la potenza fornita al carico considerando che la dinamo stessa
presenta la seguente
caratteristica esterna teorica
(trascurando la reazione d’indotto):
Il candidato illustri infine le
conseguenze di una diminuzione del 20%
della corrente erogata dalla dinamo.
Risoluzione
Valori
assegnati dalla traccia
Vn=380 V, In=22
A, m=1,3, h=0,89, f=50 Hz, p=2, dati di targa del MAT.
Rsm=0,28 ohm, resistenza misurata tra due morsetti di
statore.
V1=380 V, Po1=590 W, cosjo1=0,21, risultati prima prova a vuoto.
V2=340 V, Po2=525 W, Io2=3,88 A, risultati seconda prova a vuoto.
Determino
separatamente le perdite nel ferro e le perdite meccaniche
Resistenza
equivalente a stella di ciascuna fase di statore:
corrente
assorbita nella prima prova a vuoto:
Considerando che le perdite nel ferro variano col quadrato della tensione e quelle
meccaniche rimangono costanti nelle due prove a vuoto in quanto costante è la
velocità, posso impostare il sistema per determinare le perdite meccaniche Pm e le perdite nel ferro di statore Pfes:
Determino
la corrente nel rotore
Per
prima cosa determino la corrente statorica di reazione. Allo scopo tengo conto
del diverso sfasamento della corrente nominale e della corrente assorbita a
vuoto. Fisso la tensione stellata di alimentazione sull'asse immaginario con
argomento +p/2.
Devo
anche scegliere un valore per il fattore di potenza del MAT, dalle tabelle a
disposizione scelgo cosjIn=0,86.
Faccio
ora la differenza tra la corrente nominale e la corrente assorbita a vuoto e
determino così la corrente statorica di reazione Isr:
Moltiplico
per il rapporto di trasformazione ed ottengo la corrente rotorica I2:
Determino
la velocità del rotore
Per
prima cosa calcolo il scorrimento ed allo scopo utilizzo la relazione che lega
le perdite negli avvolgimenti di rotore alla potenza trasmessa.
La
potenza trasmessa la calcolo togliendo dalla potenza elettrica assorbita le
perdite addizionali, le perdite nel ferro di statore e le perdite negli
avvolgimenti di statore.
La
potenza elettrica assorbita dal MAT vale:
Le
perdite addizionali del MAT valgono:
Le
perdite negli avvolgimenti di statore del MAT valgono:
La
potenza trasmessa dallo statore agli avvolgimenti di rotore del MAT nelle
condizioni nominali di funzionamento vale:
Le
perdite joule negli avvolgimenti di rotore le calcolo togliendo dalla potenza
trasmessa la potenza erogata all'albero e le perdite meccaniche del MAT.
La
potenza meccanica erogata dal MAT vale:
Le
perdite negli avvolgimenti di rotore del MAT valgono:
Lo
scorrimento del MAT vale:
La
velocità del campo rotante vale:
La
velocità meccanica del rotore del MAT vale:
Determino
la resistenza equivalente a stella del rotore
Allo
scopo utilizzo le perdite joule nel rotore e la corrente rotorica, la
resistenza rotorica vale:
Determino
la coppia meccanica erogata e la coppia persa per attrito
La
coppia utile erogata all’albero vale:
La
coppia persa per attrito e ventilazione vale:
Determino
la tensione, la corrente e la potenza in uscita dalla dinamo
Allo
scopo attribuisco il rendimento alla dinamo, calcolo la potenza erogata dalla
dinamo e quindi impongo che la corrente erogata e la tensione d'uscita della
dinamo soddisfino contemporaneamente l'equazione della potenza erogata dalla
dinamo e l'equazione della caratteristica esterna della dinamo.
Attribuisco
alla dinamo il rendimento hd=0,8.
La
potenza elettrica erogata dalla dinamo vale:
Imposto
il sistema risolvente:
La
soluzione accettabile perché compatibile con le caratteristiche dell’impianto è
la prima. Essendo il sistema di secondo grado vi è una ulteriore soluzione non
compatibile, entrambe le soluzioni possono essere esaminate nel grafico
sottostante. Tale grafico mostra le intersezioni tra la retta corrispondente
alla caratteristica esterna della dinamo e l’iperbole corrispondente
all’equazione della potenza erogata dalla dinamo.
Illustro
le conseguenze di una diminuzione del 20%
della corrente erogata dalla dinamo
Considerando
che la velocità del motore asincrono non può cambiare in una gamma ampia di
valori (lo scorrimento è sempre contenuto in pochi percento), la vistosa
diminuzione della corrente erogata dalla dinamo può solo essere causata o da un
aumento della resistenza del suo carico o da una diminuzione del suo flusso
causata a sua volta da una diminuzione della corrente di eccitazione.
Esamino
la variazione di corrente erogata dalla dinamo dovuta ad un aumento della
resistenza del carico.
Prima
della riduzione della corrente la resistenza del carico valeva:
Considerando
una riduzione del 20%, la nuova
corrente erogata dalla dinamo varrà:
A
tale corrente corrisponde sulla caratteristica esterna una tensione d’uscita
pari a:
La
corrispondente resistenza di carico sarà:
La
figura soprastante mostra come si è spostato il punto di lavoro sulla
caratteristica esterna.
Naturalmente
si ridurrà la potenza erogata dalla dinamo che ora varrà:
Pedin’=Vd’·Id’=209,4·35,14=7358 [W].
Assumendo
che il rendimento della dinamo sia costante, risulta immediato calcolare la
nuova potenza e la nuova coppia erogate dal
motore asincrono.
Esamino
la variazione di corrente erogata dalla dinamo dovuta ad una diminuzione del
flusso. In questo caso rimane invariata la caratteristica della retta di
carico mentre si abbassa, muovendosi parallelamente a se stessa, la caratteristica esterna della
dinamo, quindi il punto di lavoro si sposta sulla retta di carico.
L’equazione
della retta di carico è Vd=4,595·Id,
quindi la tensione d’uscita corrispondente alla nuova corrente di 35,14 A varrà Vd”=4,595·35,14=161,5 [V].
Naturalmente
si ridurrà la potenza erogata dalla dinamo che ora varrà: Pedin”=Vd”·Id’=161,5·35,14=5675
[W].
Assumendo
che il rendimento della dinamo sia costante, risulta immediato calcolare la
nuova potenza e la nuova coppia erogate dal
motore asincrono.
L’equazione
della caratteristica esterna nelle nuove condizioni si può dedurre considerando
che sono noti il suo coefficiente angolare m=-(240/276)=-0,8696
ed il punto (35,14;161,5). Si ottiene:
le
cui intersezioni con gli assi sono rispettivamente 220,9 A (corrente di cortocircuito), 192,1 V (tensione d’uscita a vuoto).
Considerando
che in una dinamo a parità di velocità la tensione d’uscita a vuoto è
direttamente proporzionale al flusso, si verifica facilmente che la riduzione
percentuale del flusso necessaria per la regolazione discussa è anch’essa del 20%.
La
figura sottostante mostra come si è spostato il punto di lavoro sulla
caratteristica esterna.
Macchine asincrone
Programma per la classe quinta
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