Nei motori ad eccitazione indipendente o derivata, se viene a mancare, durante il normale funzionamento, la corrente d'eccitazione accade che il flusso si riduce al piccolo valore residuo Fr. Come conseguenza si ha:
a) la riduzione della f.e.m. al piccolo valore Er = K·Fr·n con il conseguente grande aumento della corrente d'indotto al valore:
Sicuramente tale corrente è tale da distruggere il collettore a lamelle nel caso in cui non intervenga una protezione di massima corrente.
b) la coppia del motore diventa CF = Kc·Fr·IF
e può accadere che, nonostante il piccolo valore del flusso,
a causa dell'elevatissima corrente tale coppia superi la coppia
resistente applicata all'albero determinando una accelerazione
e, quindi, un aumento incontrollabile della velocità del
motore (il motore è andato in fuga). Tale meccanismo,
una volta innestato, può portare alla distruzione meccanica
del motore.
Lo stesso inconveniente può presentarsi anche nel motore con eccitazione composta, tuttavia la presenza dell'eccitazione in serie garantisce la permanenza di un flusso che limita gli inconvenienti dovuti alla cessata eccitazione derivata. Nel caso di motori con eccitazione serie l'inconveniente non può presentarsi perché la mancanza della corrente d'eccitazione significa la contemporanea mancanza della tensione d'armatura (rimane per tali motori il pericolo derivante dal funzionamento a vuoto).
Macchine in corrente continua
Programma per la classe quinta
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